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new world

venerdì 24 dicembre 2010

Buon natale e Buon anno 2011 a tutti gli onesti e invisibili in TV


Ho pensato di scrivere questo articolo dopo aver ascoltato in televisione Conchita De Gregorio, che è una bella donna e una ottima giornalista, ospite di Corrado Augias nella trasmissione di Rai tre Diario italiano. Durante la brillante intervista Conchita parla dell' appparire in televisione in quei talk show dove molti ospiti ignoranti ed arroganti alzano la voce urlando frasi smozzicate senza un discorso compiuto e spiegava, la brava giornalista, che lei , che spesso dice di no altre volte accetta di partecipare a questi talk perché, dice, la realtà passa attraverso la televisione ovvero chi non appare in televisione non esiste.

Voglio qui ricordare che il motto del mio sito montevelino.it è il seguente: “in un mondo dominato dalle apparenze la nostra forza sta nei contenuti”. Un motto che, apparso sul sito dall' anno 2001, calza a pennello con il discorso di Conchita De Gregorio. E allora? E allora ho pensato bene di fare gli auguri a tutti gli invisibili. E chi sono? Proviamo a fare un elenco.

I lavoratori precari che per poche centinaia di euro fanno lavori a volte anche massacranti (gli operatori di call center, ad esempio).

I senza fissa dimora che giornalmente si muovono come ombre nelle grandi e piccole città alla ricerca di ciò che gli serve per sopravvivere e che appaiono in televisione solo quando qualcuno di loro muore assiderato nelle nottate invernali.

I cinquantenni che, usciti, per i motivi più disparati, dal mondo del lavoro non riesconno più ad entrarvi perchè ormai il lavoro non lo trovano tanti giovani pensiamo un pò se lo possono trovare loro, ma dei cinquantenni senza reddito nessuno ne parla in televisione e non sono neanche nell' agenda politica , neanche in quella delle opposizioni.

I tanti immigrati extracomunitari che pur avendo lavorato per anni ,sfruttati nei settori più faticosi quali l’ agricoltura e l’ edilizia, e senza essere messi in regola da datori di lavoro criminali non possono accedere al permesso di soggiorno e anche di loro si parla in televisione solo se salgono su una torre passando notti e giorni sotto il freddo e le intemperie salvo poi morire di asma in una cella di sicurezza dopo esserne scesi come accaduto all' immigrato senegalese giorni orsono.

Gli invisibili sonno anche coloro che accudiscono i familiari malati o disabili senza avere nulla dallo stato sociale che per loro non esiste, anzi sono loro che togliendo ore al lavoro e ad altre cose importanti nella vita si sostituiscono all' assistenza che lo stato dovrebbe assicurare loro, ma non lo fa.

I tanti bambini e bambine, ragazzi e ragazze, giovani e anziani, uomini e donne che sono scomparsi dalle loro case e che appaiono solo nella emerita trasmissione di Chi l' ha visto mentre una legge sugli scomparsi giace dimenticata da anni in parlamento tanto che a tutt' oggi un familiare di persona scomparsa non ha diritto neanche ad una aspettativa per potersi dedicare alla ricerca del proprio caro.

Tutti gli altri onesti ma invisibili.

Infine un augurio agli studenti e ricercatori e alle forze dell' ordine, due categorie che sono molto visibili in questi giorni in tutte le tv ma che alcuni politici hanno cercato di mettere contro. Invece sono suilla stessa barca. Nei giorni scorsi dimostravano gli studenti per il loro futuro e dimostravano, in altri luoghi i poliziotti e le altre forze dell' ordine, forestali e pompieri inclusi, (a questi ultimi da un anno almeno non pagano gli straordinari) e che non trovano neanche i soldi in cassa per mettere il carburante ai loro mezzi.

Insomma Buon Natale a chi soffre in tutto il Mondo ed a tutti i cittadini onesti di questo Mondo. Sempre con la speranza che l' anno prossimo sia migliore di quello passato. Con la consapevolezza che spesso sono i cittadini a determinare il proprio futuro e quantomeno possono togliere il voto a chi male ha governato o male ha fatto l' opposizione.

cinquantenni, cittadini invisibili, clochard, extracomunitari, senza reddito, sfruttati, Buon Natale, Buon Anno, 2011

immagine di Luciano Panunzi tutti i diritti riservati

Questo articolo ha licenza Creative Commons BY-NC-SA


sabato 11 dicembre 2010

Quale agricoltura e alimentazione per il terzo millennio?


Era circa la fine degli anni sessanta quando cominciarono ad apparire nel centro sud d' Italia le macchine agricole industriali, probabilmente nel nord del paese questo avvenne prima. Fu così che cambiò il modo di essere agricoltore e, con esso, mutò il rapporto con la terra e in pochi anni tramontò la civiltà contadina che, seppur poteva avere dei lati opinabili, era indubbiamente una forma di civiltà attorno a cui era organizzata una economia che bandiva gli sprechi e che , a ncora sconosciuti anticrittogamici e fertilizzanti di sintesi chimica era, questa si ,una agricoltura ecocompatibile.

Tranne che, prima della riforma agraria, in zone rurali in cui ancora dominava il latifondo, ed i contadini lavoravano per i proprietari terrieri ricavandone il minimo per la sopravvivenza esistevano zone in cui l' agricoltore conduceva una vita di fatica, ma aveva a disposizione quanto di più genuinoi nell' alimentazione, allora si che potevasi parlare di dieta mediterranea e non era infrequente che il contadino avesse un sovrappiù di produzione che poteva garantirgli un reddito vendendo i prodotti della terra.

Per esemplificare, parlando di una terra tutt' ora all' attenzione dei media per il terremoto di alcuni mesi fa ovvero l' Abruzzo nei decenni scorsi, e fino agli anni settanta, molti contadini producevano il vino ed il formaggio in proprio e in alcune zone anche attorno ai mille metri era frequente abbinare alla coltivazione del terreno quella di alberi da frutta in particolare le mandorle e le noci oppure dei meleti.

Questi frutti erano ricercati dai commercianti di molte zone d' Italia e dopo la raccolta era un andirivieni di grossisti a cui i contadini vendevano non solo frutta secca ma anche legumi anch' essi coltivati ampiamente. Con l' avvento invece della meccanizzazione agricola iuna nuova generazione di contadini, saliti sul trattore perdono il contatto con la terra, ritengono una perdita di tempo concimare con lo stallatico quando si può concimare con i prodotti di sintesi chimica pompati nei consorzi agrari.

Poi arriveranno gli anticrittogamici e la meccanizzazione spinta produrrà un nuovo contadino, una specie di centauro, metà uomo e metà trattore, che non scenderà più da questo a controllare con le proprie mani le zolle di terra, si perderà una sapienza millenaria di conoscenza di colture autoctone e di pratiche virtuose di agricoltura, i frutteti verranno espiantati e gli alberi usatti come legna da ardere, poichè ora ci sono aratri che vanno giù nel terreno decine e decine di centimetri e intaccano le radici dei mandorli e dei noci e questi tendono a seccarsi e quei frutteti una volta fiore all' occhiello di ampie zone d' Italia prima vengono sradicati e poi quei terreni su cui crescevano rigogliosi ed in simbiosi frutta e legumi ora vengono addirittura abbandonati e si coltiveranno solo quelli delle aree più pianeggianti e, in collina, i terreni rimarranno "in sodo", ovvero incolti, tanto ormai l' agricoltura è intensiva ,concimi ed anticrittogamici permettono rese per ettaro strabilianti, bastano, per produrre, i terreni pianeggianti. E, anno dopo anno, il prodotto agricolo è ormai sempre più appestato da residui di sostanze chimiche dei quali, avendo i suoli perso fertilità, non si può fare a meno.

E poi i prodotti che vengono trasformati in confetture o in mille altree cose fanno parte di un sistema che non a caso si chiama agroindustria alimentare. Ovvero l' applicazione di sistemi industriali alla trasformazione del prodortto. Ben vengano macchine che affrancano l' uomo dalla fatica, il problema è che l' agroindustria alimentare è connessa all' uso di coloranti, conservanti , adde4nsanti, aromi artificiali. Tutto ciò porta sulle tavole un prodotto già all' origine con residui chimici che, una volta trasformato, si riempie di altre sostanze chimiche, e per molti anni, ci si ciba senza più senso critico di questi prodotti.

Fino a quando però una parte della popolazione non ci sta più e comincia a rendersi conto dell' inganno di prodotti più belli e appetibili ma pieni di schifezze , così come alcuni agricoltori decidono fra mille difficoltà di dedicarsi all' agricoltura biologica e biodinamica e alcuni magari preferiscono la lotta integrata che riduce drasticamente in percentuale i residui di sostanze chimiche negli alimenti. Io ritengo, per chiosare, che per difendere la salute dei cittadini l' agricoltura o deve essere biologica o non deve essere. Mi si dirà. ma come riuscirci? Semplice, legiferando al proposito, per bandire l' uso dei prodotti chimici dalle pratiche agricole e avviando una opera di riforma verso una agricoltura solo biologica.

Se sono in aumento i produttori biologici vuol dire che un' altra agricoltura è possibile. Sapete qual' è il vero ostacolo a che questo avvenga? Non l' impossibilità di produrre di più con una agricoltura sana e neanche la cultura tenuto conto che la maggior parte dei consumatori risulta esssere contraria agli ogm e tantopiù ai cibi avvelenati. No. Il vero problema è quello degli interessii economici che ruotano attorno alle multinazionali della chimica. Attendo coimmenti e proposte, comunque la pensiate.

foto da flickr di bradlauster

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