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sabato 11 dicembre 2010

Quale agricoltura e alimentazione per il terzo millennio?


Era circa la fine degli anni sessanta quando cominciarono ad apparire nel centro sud d' Italia le macchine agricole industriali, probabilmente nel nord del paese questo avvenne prima. Fu così che cambiò il modo di essere agricoltore e, con esso, mutò il rapporto con la terra e in pochi anni tramontò la civiltà contadina che, seppur poteva avere dei lati opinabili, era indubbiamente una forma di civiltà attorno a cui era organizzata una economia che bandiva gli sprechi e che , a ncora sconosciuti anticrittogamici e fertilizzanti di sintesi chimica era, questa si ,una agricoltura ecocompatibile.

Tranne che, prima della riforma agraria, in zone rurali in cui ancora dominava il latifondo, ed i contadini lavoravano per i proprietari terrieri ricavandone il minimo per la sopravvivenza esistevano zone in cui l' agricoltore conduceva una vita di fatica, ma aveva a disposizione quanto di più genuinoi nell' alimentazione, allora si che potevasi parlare di dieta mediterranea e non era infrequente che il contadino avesse un sovrappiù di produzione che poteva garantirgli un reddito vendendo i prodotti della terra.

Per esemplificare, parlando di una terra tutt' ora all' attenzione dei media per il terremoto di alcuni mesi fa ovvero l' Abruzzo nei decenni scorsi, e fino agli anni settanta, molti contadini producevano il vino ed il formaggio in proprio e in alcune zone anche attorno ai mille metri era frequente abbinare alla coltivazione del terreno quella di alberi da frutta in particolare le mandorle e le noci oppure dei meleti.

Questi frutti erano ricercati dai commercianti di molte zone d' Italia e dopo la raccolta era un andirivieni di grossisti a cui i contadini vendevano non solo frutta secca ma anche legumi anch' essi coltivati ampiamente. Con l' avvento invece della meccanizzazione agricola iuna nuova generazione di contadini, saliti sul trattore perdono il contatto con la terra, ritengono una perdita di tempo concimare con lo stallatico quando si può concimare con i prodotti di sintesi chimica pompati nei consorzi agrari.

Poi arriveranno gli anticrittogamici e la meccanizzazione spinta produrrà un nuovo contadino, una specie di centauro, metà uomo e metà trattore, che non scenderà più da questo a controllare con le proprie mani le zolle di terra, si perderà una sapienza millenaria di conoscenza di colture autoctone e di pratiche virtuose di agricoltura, i frutteti verranno espiantati e gli alberi usatti come legna da ardere, poichè ora ci sono aratri che vanno giù nel terreno decine e decine di centimetri e intaccano le radici dei mandorli e dei noci e questi tendono a seccarsi e quei frutteti una volta fiore all' occhiello di ampie zone d' Italia prima vengono sradicati e poi quei terreni su cui crescevano rigogliosi ed in simbiosi frutta e legumi ora vengono addirittura abbandonati e si coltiveranno solo quelli delle aree più pianeggianti e, in collina, i terreni rimarranno "in sodo", ovvero incolti, tanto ormai l' agricoltura è intensiva ,concimi ed anticrittogamici permettono rese per ettaro strabilianti, bastano, per produrre, i terreni pianeggianti. E, anno dopo anno, il prodotto agricolo è ormai sempre più appestato da residui di sostanze chimiche dei quali, avendo i suoli perso fertilità, non si può fare a meno.

E poi i prodotti che vengono trasformati in confetture o in mille altree cose fanno parte di un sistema che non a caso si chiama agroindustria alimentare. Ovvero l' applicazione di sistemi industriali alla trasformazione del prodortto. Ben vengano macchine che affrancano l' uomo dalla fatica, il problema è che l' agroindustria alimentare è connessa all' uso di coloranti, conservanti , adde4nsanti, aromi artificiali. Tutto ciò porta sulle tavole un prodotto già all' origine con residui chimici che, una volta trasformato, si riempie di altre sostanze chimiche, e per molti anni, ci si ciba senza più senso critico di questi prodotti.

Fino a quando però una parte della popolazione non ci sta più e comincia a rendersi conto dell' inganno di prodotti più belli e appetibili ma pieni di schifezze , così come alcuni agricoltori decidono fra mille difficoltà di dedicarsi all' agricoltura biologica e biodinamica e alcuni magari preferiscono la lotta integrata che riduce drasticamente in percentuale i residui di sostanze chimiche negli alimenti. Io ritengo, per chiosare, che per difendere la salute dei cittadini l' agricoltura o deve essere biologica o non deve essere. Mi si dirà. ma come riuscirci? Semplice, legiferando al proposito, per bandire l' uso dei prodotti chimici dalle pratiche agricole e avviando una opera di riforma verso una agricoltura solo biologica.

Se sono in aumento i produttori biologici vuol dire che un' altra agricoltura è possibile. Sapete qual' è il vero ostacolo a che questo avvenga? Non l' impossibilità di produrre di più con una agricoltura sana e neanche la cultura tenuto conto che la maggior parte dei consumatori risulta esssere contraria agli ogm e tantopiù ai cibi avvelenati. No. Il vero problema è quello degli interessii economici che ruotano attorno alle multinazionali della chimica. Attendo coimmenti e proposte, comunque la pensiate.

foto da flickr di bradlauster

agricoltura, agricoltura biologica, agricoltura biodinamica, alimentazione, basta anticrittogamici, basta pesticidi

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