: : : :

new world

venerdì 24 dicembre 2010

Buon natale e Buon anno 2011 a tutti gli onesti e invisibili in TV


Ho pensato di scrivere questo articolo dopo aver ascoltato in televisione Conchita De Gregorio, che è una bella donna e una ottima giornalista, ospite di Corrado Augias nella trasmissione di Rai tre Diario italiano. Durante la brillante intervista Conchita parla dell' appparire in televisione in quei talk show dove molti ospiti ignoranti ed arroganti alzano la voce urlando frasi smozzicate senza un discorso compiuto e spiegava, la brava giornalista, che lei , che spesso dice di no altre volte accetta di partecipare a questi talk perché, dice, la realtà passa attraverso la televisione ovvero chi non appare in televisione non esiste.

Voglio qui ricordare che il motto del mio sito montevelino.it è il seguente: “in un mondo dominato dalle apparenze la nostra forza sta nei contenuti”. Un motto che, apparso sul sito dall' anno 2001, calza a pennello con il discorso di Conchita De Gregorio. E allora? E allora ho pensato bene di fare gli auguri a tutti gli invisibili. E chi sono? Proviamo a fare un elenco.

I lavoratori precari che per poche centinaia di euro fanno lavori a volte anche massacranti (gli operatori di call center, ad esempio).

I senza fissa dimora che giornalmente si muovono come ombre nelle grandi e piccole città alla ricerca di ciò che gli serve per sopravvivere e che appaiono in televisione solo quando qualcuno di loro muore assiderato nelle nottate invernali.

I cinquantenni che, usciti, per i motivi più disparati, dal mondo del lavoro non riesconno più ad entrarvi perchè ormai il lavoro non lo trovano tanti giovani pensiamo un pò se lo possono trovare loro, ma dei cinquantenni senza reddito nessuno ne parla in televisione e non sono neanche nell' agenda politica , neanche in quella delle opposizioni.

I tanti immigrati extracomunitari che pur avendo lavorato per anni ,sfruttati nei settori più faticosi quali l’ agricoltura e l’ edilizia, e senza essere messi in regola da datori di lavoro criminali non possono accedere al permesso di soggiorno e anche di loro si parla in televisione solo se salgono su una torre passando notti e giorni sotto il freddo e le intemperie salvo poi morire di asma in una cella di sicurezza dopo esserne scesi come accaduto all' immigrato senegalese giorni orsono.

Gli invisibili sonno anche coloro che accudiscono i familiari malati o disabili senza avere nulla dallo stato sociale che per loro non esiste, anzi sono loro che togliendo ore al lavoro e ad altre cose importanti nella vita si sostituiscono all' assistenza che lo stato dovrebbe assicurare loro, ma non lo fa.

I tanti bambini e bambine, ragazzi e ragazze, giovani e anziani, uomini e donne che sono scomparsi dalle loro case e che appaiono solo nella emerita trasmissione di Chi l' ha visto mentre una legge sugli scomparsi giace dimenticata da anni in parlamento tanto che a tutt' oggi un familiare di persona scomparsa non ha diritto neanche ad una aspettativa per potersi dedicare alla ricerca del proprio caro.

Tutti gli altri onesti ma invisibili.

Infine un augurio agli studenti e ricercatori e alle forze dell' ordine, due categorie che sono molto visibili in questi giorni in tutte le tv ma che alcuni politici hanno cercato di mettere contro. Invece sono suilla stessa barca. Nei giorni scorsi dimostravano gli studenti per il loro futuro e dimostravano, in altri luoghi i poliziotti e le altre forze dell' ordine, forestali e pompieri inclusi, (a questi ultimi da un anno almeno non pagano gli straordinari) e che non trovano neanche i soldi in cassa per mettere il carburante ai loro mezzi.

Insomma Buon Natale a chi soffre in tutto il Mondo ed a tutti i cittadini onesti di questo Mondo. Sempre con la speranza che l' anno prossimo sia migliore di quello passato. Con la consapevolezza che spesso sono i cittadini a determinare il proprio futuro e quantomeno possono togliere il voto a chi male ha governato o male ha fatto l' opposizione.

cinquantenni, cittadini invisibili, clochard, extracomunitari, senza reddito, sfruttati, Buon Natale, Buon Anno, 2011

immagine di Luciano Panunzi tutti i diritti riservati

Questo articolo ha licenza Creative Commons BY-NC-SA


sabato 11 dicembre 2010

Quale agricoltura e alimentazione per il terzo millennio?


Era circa la fine degli anni sessanta quando cominciarono ad apparire nel centro sud d' Italia le macchine agricole industriali, probabilmente nel nord del paese questo avvenne prima. Fu così che cambiò il modo di essere agricoltore e, con esso, mutò il rapporto con la terra e in pochi anni tramontò la civiltà contadina che, seppur poteva avere dei lati opinabili, era indubbiamente una forma di civiltà attorno a cui era organizzata una economia che bandiva gli sprechi e che , a ncora sconosciuti anticrittogamici e fertilizzanti di sintesi chimica era, questa si ,una agricoltura ecocompatibile.

Tranne che, prima della riforma agraria, in zone rurali in cui ancora dominava il latifondo, ed i contadini lavoravano per i proprietari terrieri ricavandone il minimo per la sopravvivenza esistevano zone in cui l' agricoltore conduceva una vita di fatica, ma aveva a disposizione quanto di più genuinoi nell' alimentazione, allora si che potevasi parlare di dieta mediterranea e non era infrequente che il contadino avesse un sovrappiù di produzione che poteva garantirgli un reddito vendendo i prodotti della terra.

Per esemplificare, parlando di una terra tutt' ora all' attenzione dei media per il terremoto di alcuni mesi fa ovvero l' Abruzzo nei decenni scorsi, e fino agli anni settanta, molti contadini producevano il vino ed il formaggio in proprio e in alcune zone anche attorno ai mille metri era frequente abbinare alla coltivazione del terreno quella di alberi da frutta in particolare le mandorle e le noci oppure dei meleti.

Questi frutti erano ricercati dai commercianti di molte zone d' Italia e dopo la raccolta era un andirivieni di grossisti a cui i contadini vendevano non solo frutta secca ma anche legumi anch' essi coltivati ampiamente. Con l' avvento invece della meccanizzazione agricola iuna nuova generazione di contadini, saliti sul trattore perdono il contatto con la terra, ritengono una perdita di tempo concimare con lo stallatico quando si può concimare con i prodotti di sintesi chimica pompati nei consorzi agrari.

Poi arriveranno gli anticrittogamici e la meccanizzazione spinta produrrà un nuovo contadino, una specie di centauro, metà uomo e metà trattore, che non scenderà più da questo a controllare con le proprie mani le zolle di terra, si perderà una sapienza millenaria di conoscenza di colture autoctone e di pratiche virtuose di agricoltura, i frutteti verranno espiantati e gli alberi usatti come legna da ardere, poichè ora ci sono aratri che vanno giù nel terreno decine e decine di centimetri e intaccano le radici dei mandorli e dei noci e questi tendono a seccarsi e quei frutteti una volta fiore all' occhiello di ampie zone d' Italia prima vengono sradicati e poi quei terreni su cui crescevano rigogliosi ed in simbiosi frutta e legumi ora vengono addirittura abbandonati e si coltiveranno solo quelli delle aree più pianeggianti e, in collina, i terreni rimarranno "in sodo", ovvero incolti, tanto ormai l' agricoltura è intensiva ,concimi ed anticrittogamici permettono rese per ettaro strabilianti, bastano, per produrre, i terreni pianeggianti. E, anno dopo anno, il prodotto agricolo è ormai sempre più appestato da residui di sostanze chimiche dei quali, avendo i suoli perso fertilità, non si può fare a meno.

E poi i prodotti che vengono trasformati in confetture o in mille altree cose fanno parte di un sistema che non a caso si chiama agroindustria alimentare. Ovvero l' applicazione di sistemi industriali alla trasformazione del prodortto. Ben vengano macchine che affrancano l' uomo dalla fatica, il problema è che l' agroindustria alimentare è connessa all' uso di coloranti, conservanti , adde4nsanti, aromi artificiali. Tutto ciò porta sulle tavole un prodotto già all' origine con residui chimici che, una volta trasformato, si riempie di altre sostanze chimiche, e per molti anni, ci si ciba senza più senso critico di questi prodotti.

Fino a quando però una parte della popolazione non ci sta più e comincia a rendersi conto dell' inganno di prodotti più belli e appetibili ma pieni di schifezze , così come alcuni agricoltori decidono fra mille difficoltà di dedicarsi all' agricoltura biologica e biodinamica e alcuni magari preferiscono la lotta integrata che riduce drasticamente in percentuale i residui di sostanze chimiche negli alimenti. Io ritengo, per chiosare, che per difendere la salute dei cittadini l' agricoltura o deve essere biologica o non deve essere. Mi si dirà. ma come riuscirci? Semplice, legiferando al proposito, per bandire l' uso dei prodotti chimici dalle pratiche agricole e avviando una opera di riforma verso una agricoltura solo biologica.

Se sono in aumento i produttori biologici vuol dire che un' altra agricoltura è possibile. Sapete qual' è il vero ostacolo a che questo avvenga? Non l' impossibilità di produrre di più con una agricoltura sana e neanche la cultura tenuto conto che la maggior parte dei consumatori risulta esssere contraria agli ogm e tantopiù ai cibi avvelenati. No. Il vero problema è quello degli interessii economici che ruotano attorno alle multinazionali della chimica. Attendo coimmenti e proposte, comunque la pensiate.

foto da flickr di bradlauster

agricoltura, agricoltura biologica, agricoltura biodinamica, alimentazione, basta anticrittogamici, basta pesticidi

questo articolo ha licenza Creative Commons BY-NC-SA

martedì 6 luglio 2010

I senza tetto. L' informazione non ne parla.


Personalmente, passando per una qualsiasi stazione di grandi o piccole città ho visto sempre la presenza di senza fissa dimora, persone che chiedono l' elemosina o magari se ne stanno accovacciate in un angolo e, se si passa nelle ore tarde quelle stesse persone le vediamo dormire sotto i cartoni. Ognuno di noi li incontra anche nelle principali strade delle città, e qui non parlo solo degli italiani che pur sono tanti, ma anche ormai degli extracomunitari che, spesso, non trovando lavoro fanno vita di strada.

Siccome l' informazione tradizionale non ne parla vorrei spendere qualche parola che possa essere raccolta da chi leggerà questo testo. Innanzitutto un pò di cifre. Teniamo conto che anche le statistiche si disinteressano dei senza fissa dimora. Infatti le uniche statistiche attendibili le abbiamo da coloro che sono impegnati come volontari nella assistenza di questi cittadini. Molte di queste associazioni si sono raggruppate nella Fiopsd ovvero la Federazione italiana organismi per persone senza fissa dimora. Tale federazione comprende circa settanta organizzzazioni incluse amministrazioni comunali come Brescia, Firenze, Genova, Roma, Torino e 32 caritas diocesane. ebbene i dati che questi ci forniscono parlano di una cifra tra i novantamila e i centomila senza casa.

Ma qualcuno di voi ha mai sentito un servizio televisivo anche solo di pochi minuti su questo fenomeno? Io no. Sento parlare degli homeless solamente in quei pochi giorni di inverno particolarmente freddi quando le televisioni danno notizia che le gallerie della metro nei grossi centri rimarranno aperte e dotate di brande per accogliere questi cittadini privi di dimora. Nonostante ciò è proprio in inverno che alcuni di questi muoiono assiderati durante la notte. Poi l' informazione tace per il resto dell' anno. E neanche si parla di quelle organizzazioni laiche o meno che sono le uniche ad aiutare queste persone portando loro qualche genere di conforto o accogliendole nei centri dove possono avere un pasto caldo.

Mi chiedo. dov' è lo stato? E il governo? Semplicemente sono assenti e l' assistenza ai senzatetto è affidata solo ai volontari. Il fenomeno che ho appena esposto è degno di una società che si definisca civile? No, non è degno di una società civile. E' degno però di una società incivile, che è quella in cui viviamo, almeno in Italia, dove, specie negli ultimi anni, ci sono giovani e meno giovani che perdono il lavoro e cittadini che il lavoro neanche riescono a trovarlo e quando, come in questi giorni, servono oltre 20 milioni di euro per tenere sotto controllo il deficit il governo non pensa neanche a tassare le banche o a tassare i grandi patrimoni.

Del resto nel recente G20 gli stati presenti non si sono accordati, tra molti altri temi, proprio sulla questione della tassazione delle banche. Ecco allora che, almeno in Italia, si tagliano, in maniera indiscriminata, i fondi al welfare o stato sociale, alla ricerca, alla scuola e alla sanità. La battaglia per la giustizia sociale, visto tutto ciòè bene che prosegua, grazie a tanti lavoratori e cittadini onesti che credono in un paese più giusto.

disinformazione, inciviltà, povertà, senzatetto, tassare banche, tassare patrimoni

foto senza tetto da fotosearch.com royalty free

questo testo ha locenza Creative Commons BY-NC-SA

venerdì 2 luglio 2010

delta del Niger. Oil disaster. l' informazione tradizionale non ne parla.


Da alcune settimane la televisione, ma anche i giornali ci parlano quasi quotidianamente della marea nera sversata nel delta del Mississipi dopo l' incidente alla piattaforma petrolifera deep blue horizon della inglese BP. Tutti tacciono invece sul disastro quotidiano che da almeno 50 anni devasta la popolazione della Nigeria, specificatamente nella zona del delta del Niger. anche lì ci sono molte compagnie petrolifere occidentali, tra cui Agip, Esso, Shell e l’ italiana Eni, che estraggono petrolio. Lo fanno però senza osservare quelle precauzioni che attuano nel mondo occidentale.

Una delle pratiche, vietate dallo stesso governo nigeriano, è quella del gas flaring. La pratica del gas flaring consiste nel bruciare il gas naturale che fuoriesce dal sottosuolo come sottoprodotto della estrazione petrolifera. Gas che viene bruciato a cielo aperto. questo provoca delle nubi tossiche che contengono più sosatanze nocive che inquinano l' aria, e oltre a renderla irrespirabile determinano asma, attacchi di cuore,bronchiti, leucemia, altri tipi di cancro.

Un altro grave fenomeno è quello della quasi inesistente manutenzione delle tubature che convogliano il petrolio e che spesso sono bucate e piene di perdite, cosicchè il petrolio si disperde nell' ambiente e oltre ad inquinare i terreni inquina la falda acquifera, ela popolazione è costretta a bere questa acqua Anche i fiumi sono inquinati e i pesci sono pieni di petrolio e anche di questi la popolazione si nutre con conseguente negative per la salute. Faccio rilevare che l' aspettativa di vita delle comunità che vivono attorno ai pozzi petroliferi è poco più di 40 anni.

Invece, le stesse compagnie, in occidente, usano delle tecnologie che permettono di recuperare il 99% del gas che fuoriesce dal sottosuolo conme sottoprodotto dell' estrazione del petrolio, utilizzando questo gas o reimmettendolo nel sottosuolo. quello stesso gas che nel delta del Niger provoca i disastri che ho detto sopra, perchè si pratica il gas flaring. qualche dato. Solo in Nigeria dalla pratica del gas flaring, derivano 50 milioni di tonnellate di CO2 in atmosfera.

A questo punto domandiamoci se la popolazione Nigeriana ottiene qualche beneficio dalla estrazione petrolifera., tenuto conto che questa ha rappresentato nel solo 2009 l' 80% del prodotto interno lordo.
Benefici non ne esistono tenuto conto l'lo sviluppo della economia nigeriana non è mai decollato, la corruzione è dilagante, i governi deboli e non in grado di garantire gli interessi dei cittadini, e come conseguenza si è sviluppata la guerriglia, che vede molto attivo il Fronte per la Liberazione del Delta del Niger.

Perchè l' informazione non parla di queste cose e non parla del fatto che alle popolazioni del delta del Niger è negato il diritto all’ aria e al cibo sani e quello alla salute. Facciamo in mdo che ognuno che legga questo articolo lo veicoli ad altri per far si che ci sia una informazione fuori dal coro. attendo commenti.

delta niger, diritti popolazioni delta niger, gas flaring, inquinamento petrolio, oil disaster, agip, esso, shell, eni

nella foto disastro petrolifero nel delta del NIger da flickr jenn farr

questo articolo ha licenza Creative Commons BY-NC-SA

giovedì 24 giugno 2010

Olimpiadi Brasile 2016: le prime ad emissioni zero.


Cerchiamo di comprendere meglio quanto accennato nel titolo, cosa che ci aiuterà a comprendere anche che una nuova economia sostenibile è possibile. Nel nostro caso la torre solare di Rio de Janeiro produrrà dal sole energia pulita per tutte le strutture delle Olimpiadi del 2016
Il progetto di questa struttura è stato realizzato dallo studio di architettura svizzero svizzero RAFAA.
.
Ma quali sono le caratteristiche di questo innovativo strumento di produzione pulita di energia elettrica? Innanzitutto c' è da dire che tende a svilupparsi in altezza. Sulla sommità sono installati dei pannelli solari atti a produrre, di giorno, energia elettrica che, prodotta in quantità superiore a quella richiesta, viene immagazzinata in accumulatori che possono riversarla durante la notte.

Ma la novità esaltante, anche dal punto di vista architettonico, è che la struttura, che dovrebbe essere ubicata in prossimità del mare, presso la baia di Guanabara di giorno produce ed accumula anche l' energia più che sufficiente per azionare delle pompe che portano l' acqua sulla sommità della struttura. Tale acqua ridiscende poi, in forma di cascata, che potrebbe far pensare a quella di Iguazu nell' Amazzonia brasiliana, una volta arrivata nella parte bassa della struttura ha accumulato una forza più che sufficiente a mettere in movimento delle turbine le quali spinte dalla forza dell' acqua genereranno a loro volta energia elettrica durante la notte.

Insomma otteniamo una struttura che produce attraverso il solare e attraverso il sistema idroelettrico. Immaginate questa enorme cascata, che, di notte, può anche essere illuminata a costo zero. Una opera importante dal punto di vista architettonico, un vero e proprio monumento che al contempo permette di produrre l' energia che serve per tutte le esigenze delle strutture olimpiche. Ripeto, il tutto ad emissioni zero. Un vero incontro tra architettura e produzione di energia da fonti rinnovabili. Senza insozzare il paesaggio con migliaia di pale eoliche che distruggono le bellezze naturali. Attendo commenti. A presto


nella foto progetto, in sezione, della Solar City Tower da flickr visionshare

acqua, Amazzonia, baia guanabara, cascata iguazu, energia solare, olimpiadi 2016, rio de janeiro, solar city tower

questo articolo ha licenza Creative Commons BY-NC-SA

domenica 20 giugno 2010

Basta con le pale eoliche Sfruttiamo le correnti alle alte quote.


Lo affermo con forza. Sono tra quelli contrari a che per produrre energia dal vento si dissemini il territorio di pale eoliche con supporti alti anche quaranta metri. E' ormai accertato che le pale eoliche hanno un impatto devastante sull' avifauna e siccome in genere si mettono sui crinali vanno ad intercettare proprio i corridoi di volo dei rapaci come le Aquile Reali o altre specie come i grifoni, per reinserire i quali molti soldi sono stati spesi, come in Sardegna o in Abruzzo. E poi, come facciamo a conciliare questi orrendi apparati eolici con la bellezza del paesaggio? come conciliarle quando la vista di Montagne , valli, colline e borghi è stuprata dalle giganrtesche pale eoliche. Chi obbliga le amministrazioni comunali ad ottenere energia dall eolico? Nessuno. O meglio, sono obbligate dalle lobby dell' eolico e dagli incentivi tra i più elevati d' Europa. Il fotovoltaico invece arranca, per non parlare del solare termodinamico, la fonte meno impattante dal punto di vista paesaggistico e più efficiente tra quelle rinnovabili.Ma allora non dobbiamo sfruttare il vento che pure è energia rinnovabile? Certo. Sfruttiamolo pure, ma usiamo le nuove tecnologie che usano le correnti presenti in alta quota, ovvero nella troposfera per produrre energia elettrica. Con questa tecnologia le strutture verrebbero posizionate a 8 chilometri di altitudine ai poli e addirittura a 20 chilomtri di altitudine all' equatore. Ad altitudine intermedia tra queste se realizzate in Italia. In questo campo possiamo ormai fare l' esempio delle turbine prototipo Airborne che sono realizzate per un potenziale ventoso che ad alte latitudini raggiunge gli 800 Terawatt. Questi studi sono evidentemente ad ottimo punto se la Job Energy, che è una società della California sta facendo dei test su una turbina da 30 KW. L' anno prossimo sarà la volta di una turbina da 100 KW. Un campo in cui anno per anno aumentano le potenze ottenibili. Ma come si fa a portare delle turbine a cosìì alte quote? Queste vengono collocate alle suddette quote in quanto sono simili ad un piccolo velivolo che viene portato in quota da delle turbine che inducono alla struttura un movimento rotatorio che ha lo scopo di massimizzare l' esposizione alle correnti. L' energia prodotta è collegata agli utilizzatori a terra tramite cavo. Attendo commenti. A presto.

nella foto troposfera da flickr Gunnar Ries zwo

airborne, energie rinnovabili, correnti di alta quota, basta eolico, tutela paesaggio, energia solare

questo testo ha licenza Creative Commons BY-NC-SA

venerdì 18 giugno 2010

Il pil non è indicatore di benessere

Urgenti nuovi criteri ambientali e un nuovo indicatore per superare il prodotto interno lordo.
Inizio col dire che ormai è inutile continuare ad affermare che il pil, come viene calcolato oggi, sia l' indicatore del benessere di una nazione. fondamentalmente perchè: la produzione di reddito non equivale alla qualità della vita e perchè nel Pil confluisce di tutto. Ad esempio nel pil confluisce, tra l' altro, anche la ricchezza prodotta dai lavoratori dipendenti, ma in che condizioni lavorano molta parte di questi che spesso non arrivano a fine mese con i soldi?mIn questo caso la ricchezza prodotta dai lavoratori in questione è indice di ricchezza per il paese ma segno di difficoltà economica di parte della popolazione.
Quindi la ricchezza accumulata non è indicativa del benessere o meno di una nazione. A questo proposito leggete una parte del discorsoche Bob Kennedy tenne all' Università del Kansas dove, oltre quaranta anni fa, era il 18 Marzo 1968, pronunciava le parole che seguono.

"Non troveremo mai un fine per la nazione né una nostra personale soddisfazione nel mero perseguimento del benessere economico, nell'ammassare senza fine beni terreni. Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell'indice Dow-Jpnes, nè i successi del paese sulla base del Prodotto Interno Lordo.

Il PIL comprende anche l'inquinamento dell'aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine-settimana.

Il PIL mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di casa, e le prigioni per coloro che cercano di forzarle. Comprende programmi televisivi che valorizzano la violenza per vendere prodotti violenti ai nostri bambini. Cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari, comprende anche la ricerca per migliorare la disseminazione della peste bubbonica, si accresce con gli equipaggiamenti che la polizia usa per sedare le rivolte, e non fa che aumentare quando sulle loro ceneri si ricostruiscono i bassifondi popolari.

Il PIL non tiene conto della
salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago. Non comprende la bellezza della nostra poesia o la solidità dei valori familiari, l'intelligenza del nostro dibattere o l'onestà dei nostri pubblici dipendenti. Non tiene conto né della giustizia nei nostri tribunali, né dell'equità nei rapporti fra di noi.

Il PIL non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza, né la nostra compassione né la devozione al nostro paese. Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta. Può dirci tutto sull'America, ma non se possiamo essere orgogliosi di essere americani. Il discorso originale, in inglese lo trovate a questo link. Essendo molto più lungo troverete l' argomento del Pil al ventesimo capoverso circa.

Fin qui il discorso di Bob Kennedy. Ebbene, a tanti anni da quello storico quanto attuale discorso, finalmente qualcosa si muove concretamente, almeno a livello europeo.

E' infatti datato
8 settembre 2009 un seminario ad alto livello dal titolo "Ambiente: Misurare il progresso in un mondo in cambiamento". In sostanza, quest' anno 2010, la Commissione Europea presenterà una versione pilota di un Indice Ambientale Globale, ovvero il sistema statistico europeo includerà la contabilità ambientale come norma nelle statistiche macroeconomiche. Tutto ciò nell' ambito dell' obiettivo di una economia a bassa emissione di carbonio.

Di seguito i passi essenziali da compiere per definire il nuovo Indice Ambientale Globale che prenderà il posto del pil. Questo indice avrà tra i suoi requisiti quelli delle emissioni di gas serra, il deterioramento del paesaggio naturale, l' inquinamento atmosferico, l' utilizzo dell' acqua e, nondimeno, la produzione di rifiuti. La relazione che verrà presentata per il 2010 dovrà tener conto dei progressi o meno che sono stati fatti in questi settori.

Un altro impegno che si pone la Commissione è di ridurre drasticamente i tempi di presentazione di queste relazioni che spesso arrivano anche oltre due anni dall' inizio delle ricerche. Si cercherà di produrre i dati in tempo reale, tenuto conto che i dati economici vengono diffusi in poche settimane. In questo modo si avranno a disposizione allo stesso tempo i dati economici e gli indicatori ambientali e si potrà stilare il nuovo Indice Ambientale Globale.

Verrano affrontate, nelle relazioni, anche le diverse fasce di distribuzione della ricchezza e si evidenzieranno le diseguaglianze tra la popolazione. Insomma statistiche settoriali, piuttosto che la solita media statistica. Verrà inoltre eseguita una tabella che servirà a fare si che si attuino le tendenze ambientali e il benchmarking delle pratiche migliori per lo sviluppo sostenibile, di cui esistono già degli indicatori.

nella foto senza casa da fotosearch.com royalty free

nuova economia,pil, povertà, criteri ambientali per pil, senza casa, indice ambientale globale

questo testo ha licenza Creative Commons BY-NC-SA

si parte


Oggi 16 di giugno 2010 scrivo il primo post. questo blog è la continuazione dell' esperienza del sito montevelino.it che ha avuto una impronta di carattere nazionale e un ruolo fondamentale nella lotta contro la manovra per la riduzione dei confini del Parco Naturale regionale Velino sirente, AQ, Abruzzo, Italia nonchè un ruolo di dibattito sulle tematiche proprie anche di questo blog.

Con queste righe dò il benvenuto a tutti coloro che vorranno partecipare dando un contributo di idee. Attendo commenti. A presto.

nella foto Monte Velino e Monte Cafornia da flickr europeo

monte velino, monte cafornia, tutela ambiente, tutela paesaggio, cambia mondo, commenti

questo testo ha licenza Creative Commons BY-NC-SA